unione europea

HOP_Laboratorio di Ricerca Storica

Il progetto HOP – #HistoryOfPeople ci ha portato all’ex manicomio di Macerata!

Centrali sono stati i racconti dell’esperto ricercatore e storico Matteo Petracci sul grande internamento psichiatrico in Europa, le storie di soldati impazziti nelle trincee della prima guerra mondiale e l’uso politico della psichiatria durante il fascismo.

Come ci ha ricordato Matteo:

“ci sono pochi posti per parlare della prima guerra mondiale senza retorica: uno di questi è il manicomio”

💡Un esempio importante di come #ricercastorica#storytelling e #performance possano esser combinati in modo veritiero ed efficace.

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Se volessi mettere su carta le vicende vissute da tuo nonno negli anni della guerra, da dove partiresti?

Nell’ambito del progetto HOP – History Of People, abbiamo cercato di rispondere ad alcune delle più comuni domande di chi, per interesse o passione, decide di scrivere di storia.

dove possiamo trovare i documenti storici?

come maneggiare informazioni e dati sensibili?

come categorizzarli per costruirci un racconto?

Nel farlo, abbiamo coinvolto ragazze e ragazzi della zona di Macerata (MC, Marche) interessati ai temi di cultura, management dei beni culturali e ricerca. Guidati dall’esperto ricercatore e storico Matteo Petracci, abbiamo cercato di conoscere, comprendere e maneggiare i principali strumenti della #ricercastorica – partendo dagli interessi di ogni partecipante.

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Per il progetto HOP – #historyofpeople, siamo stati in Archivio di Stato a Macerata!

Abbiamo toccato con mano documenti del #catastogregoriano#attinotarili#ruolimatricolari#sorvegliatipolitici#internaticivili ed #ebrei e processi della #cortedassise.

Abbiamo anche trovato il “corpo del reato“: uno scritto teatrale, sottolineato nelle sue parti incriminanti: fede, teoria economica, Bolscevismo.

Un modo molto interessante per concludere il laboratorio di ricerca del progetto.

Grazie al nostro esperto storico e ricercatore Matteo Petracci per aver seguito e guidato il laboratorio!

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HOPE – Scambio giovanile in Grecia

Mobilità in Grecia con il programma ERASMUS+ sul tema della sostenibilità ambientale

Dove: Selianitika, Grecia (regione Achaias – vicino Patrasso)
Quando: 01-09 Settembre
Limiti di età: 18+

Per lo scambio giovanile “Youth Healing Our Planet Earth: HOPE“, siamo alla ricerca di 4 ragazzi/e interessati a confrontarsi su temi attuali e concreti, cardine del dibattito sul loro futuro. Partecipano ragazzi tra i 18 e i 30 anni da 7 paesi europei.

Gli obiettivi dello scambio sono:

• Sensibilizzare rispetto all’importanza dei cambiamenti climatici, attraverso l’apprendimento non formale;
• Esplorare il potere del dialogo interculturale giovanile per affrontare problemi globali, come il cambiamento climatico;
• Rafforzare il valore aggiunto europeo ed abbattere pregiudizi e stereotipi;
• Promuovere il concetto di “cibo a chilometro zero”, consumo di prodotti locali e modello di dieta alternativo, nel rispetto della natura;
• Sviluppare competenze sociali e spirito di squadra, condividere esperienze, scambiare idee e migliorare la qualità dei partenariati europei;
• Motivare i giovani nei laboratori di street art legati al tema ambientale, aumentandone competenze sociali e consapevolezza culturale.

Info e Candidatura

Vitto e alloggio: l’Organizzazione ospitante coprirà le spese. Alloggerete all’Hotel Kanelli Beach, con vista sulla baia di Corinto.
Trasporto: le spese di viaggio saranno rimborsate fino a €275 dopo la fine dello scambio.

Per candidarti, segui il link.

Ente ospitante

Youth Waves 4 EU è una ONG con sede a Patrasso, nella Grecia occidentale. La sua missione è quella di coinvolgere i giovani nella vita educativa, sociale e culturale della comunità locale, puntando su temi di imprenditorialità, cittadinanza attiva, leadership, partecipazione, volontariato, sostenibilità ambientale ed inclusione sociale. I membri dell’Organizzazione hanno età compresa tra i 16 e i 30 anni e apprendimento non formale

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Sempre di domenica

Prima delle elezioni, la situazione intorno all’equità generazionale e al contrasto al discorso d’odio si fa sempre piuttosto “calda”.
I politici, e a questo direi che siamo abituati, quando hanno bisogno di voti iniziano a strillare verso il loro gruppo target. 
Quello che, da qualche anno a questa parte, sta diventando preoccupante per noi di Eutopia, è che tanti, tantissimi, stanno strillando insulti e minacce a capri espiatori di vario tipo, per far contenti i propri potenziali elettori e soddisfare i loro stereotipi e pregiudizi.
Pensate, ad esempio, a quante se ne raccontano su/contro i giovani, alla narrazione costante sui millennials choosy e impreparati al mondo del lavoro. In TV e sui giornali, le testimonianze di “povere Aziende” che cercano lavoratori e non li trovano (perché i giovani non hanno voglia di lavorare) si moltiplicano. Noi sì che ai nostri tempi facevamo la gavetta!
La realtà, secondo noi, è semplicemente un’altra: l’Italia diventa un Paese sempre più vecchio e stanco, senza nessuna forza né intenzione di rendere migliore alcunché. Chi fa marketing politico lo sa e ci spara sopra per raccogliere consensi: guardate quanto sono cattivi questi immigrati, guardate quanto sono imbecilli questi giovani!
Pare che tutto ciò che non va nel presente sia sempre colpa di chi non piace al loro elettorato anzianotto e razzista, abituato a mangiarsi il futuro e rimasto senza più futuro da mangiare.
Ma noi resisteremo anche a quest’ondata di hate speech e di consapevoli bugie sull’Unione Europea, come anche sui giovani, sulle loro condizioni di vita e di lavoro.
E ci toccherà resistere anche a chi urla al Fascismo e alla violazione delle regole democratiche solo quando gli conviene, per guadagnare i voti impauriti di chi abbraccia i valori della convivenza civile e della solidarietà.
Siamo consapevoli che, dopo il 26 Maggio, i politici andranno ad afferrare le loro poltrone, e di tutti gli strilli che hanno affollato queste settimane non rimarrà che l’eco, pericolosa e subdola, di idee sempre più retrograde, e tecniche di marketing sempre più avanzate.
Noi, nel nostro piccolo, saremo ancora impegnati a cercare di smascherare quelle idee per ciò che sono (stereotipi e pregiudizi) e tentare di decodificare le subdole tecniche che le diffondono.

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ENTRECOMP

Il Framework delle competenze imprenditoriali prende vita grazie a una Call for proposals sul Programma COSME

Entrecomp: cos’è?


Lo sviluppo della capacità imprenditoriale dei cittadini e delle organizzazioni è sempre stato uno degli obiettivi chiave delle politiche europee. Dieci anni fa la Commissione Europea individuò lo “spirito di iniziativa e imprenditorialitàcome una delle 8 competenze chiave necessarie per una società basata sulla conoscenza.
Per questo motivo, nel 2016, dopo anni di studi e ricerche, la Commissione ha pubblicato l’EntreComp, Entrepreneurship Competence Framework ovvero il Quadro di Riferimento per la Competenza di Imprenditorialità.

Il Report intende, in primo luogo, produrre una definizione comune di “imprenditorialità” che aiuti a stabilire un ponte tra i mondi dell’educazione e del lavoro e possa essere assunta come riferimento per qualsiasi iniziativa che miri a promuovere e sostenere l’apprendimento dell’imprenditorialità.

La definizione di “imprenditorialità”

Nell’ambito di EntreComp, l’imprenditorialità è definita come segue:

Imprenditorialità significa agire sulle opportunità e sulle idee per trasformarle in valore per gli altri. Il valore che si crea può essere finanziario, culturale, o sociale ”.

Questa definizione si concentra sulla creazione di valore, non importa quale tipo di valore o contesto. Essa copre la creazione di valore in qualsiasi dominio. Si riferisce alla creazione di valore nei settori privato, pubblico e del terzo settore e in qualsiasi combinazione ibrida dei tre. Essa abbraccia quindi diversi tipi di imprenditorialità, e si applica a tutti gli ambiti della vita. Permette ai cittadini di coltivare il loro sviluppo personale, di contribuire attivamente allo sviluppo sociale, per entrare nel mercato del lavoro come dipendenti o come lavoratori autonomi, e di imprese start-up o di scale-up che possono avere uno scopo culturale, sociale o commerciale.

Le competenze per ogni area

EntreComp definisce l’imprenditorialità, nel suo insieme, come una competenza trasversale, composta di tre aree interconnesse, e applicabile a tutte le diverse sfere della vita: dal miglioramento di sé stessi alla partecipazione sociale, dal reinserimento nel mercato del lavoro alla creazione d’impresa.

Per ognuna delle 3 aree (Idee e opportunità, Risorse e Azione), sono state individuate le 5 relative competenze, con indicatori e descrittori.

IDEE E OPPORTUNITA’
Competenze Indicatori Descrittori
1.1 Riconoscere le opportunità Usare la propria immaginazione e abilità per trovare opportunità e creare valore ● Identificare e cogliere le opportunità per creare valore esplorando il panorama sociale, culturale ed economico
● Identificare i bisogni e le sfide da risolvere
● stabilire nuove connessioni e raccogliere elementi per creare opportunità e creare valore
1.2 Creatività Sviluppare idee creative e propositive ● Sviluppare diverse idee e opportunità di creare valore, comprese le soluzioni migliori alle sfide esistenti e nuove
● Esplorare e sperimentare approcci innovativi
● Combinare conoscenze e risorse per ottenere effetti di qualità più alta
1.3. Vision Lavorare seguendo la propria visione del futuro● Immaginare il futuro
● Sviluppare una visione per trasformare le idee in azione
● Visualizzate scenari futuri per orientare lo sforzi e azioni
1.4 Idee di valore Sfruttare al meglio idee e opportunità ● Soppesare il valore in termini sociali, culturali ed economici
● Riconoscere il potenziale di un’idea per la creazione di valore e individuare gli strumenti più adeguati per farla rendere al massimo
1.5 Pensiero etico e sostenibile Valutare le conseguenze e l’impatto di idee, opportunità e azioni ● Valutare le conseguenze di idee che portano valore e l’effetto dell’azione imprenditoriale sulla comunità di destinazione, il mercato, la società e l’ambiente
● riflettere su quanto sono sostenibili nel lungo periodo gli obiettivi sociali, culturali ed economici e la linea di condotta scelta
● Agire in modo responsabile
RISORSE
Competenze Indicatori Descrittori
2.1 Autoconsapevolezza e autoefficacia Credere in se stessi e continuare a crescere ● Riflettere sui propri bisogni, aspirazioni e desideri nel breve, medio e lungo termine
● Identificare e valutare i propri punti di forza e di debolezza individuali e di gruppo
● Credere nella propria capacità di influenzare il corso degli eventi, nonostante incertezze, battute d’arresto e guasti temporanei
2.2 Motivazione e perseveranza Concentrarsi e non rinunciare ● Essere determinati a trasformare le idee in azione e a soddisfare il proprio bisogno di arrivare
● Essere pazienti e continuare a cercare di realizzare i propri scopi a lungo termine individuali o di gruppo
● Essere resilienti sotto pressione, avversità, e fallimento temporaneo
2.3 Mobilizzare le risorse Ottenere e gestire le risorse di cui si ha bisogno ● Ottenere e gestire risorse materiali, immateriali e digitali necessarie per trasformare le idee in azione
● Sfruttare al meglio risorse limitate
● Ottenere e gestire le competenze necessarie in qualsiasi momento, tra cui quelle tecniche, legali, fiscali e digitali
2.4 Conoscenze economico-finanziarie Sviluppare un know how economico e finanziario ● Stimare il costo necessario per trasformare un’idea in un’attività che crea valore
● Pianificare, mettere in atto e valutare le decisioni finanziarie nel corso del tempo
● Gestire i finanziamenti per assicurarsi che l’attività produttrice di valore sia in grado di durare nel lungo periodo
2.5. Mobilizzare gli altri Ispirare e coinvolgere gli altri ● Ispirare ed entusiasmare i soggetti interessati
● Ottenere il supporto necessario per raggiungere risultati di valore
● Dimostrare capacità di comunicazione efficace, persuasione, negoziazione e leadership
AZIONE
Competenze Indicatori Descrittori
3.1 Prendere le iniziative Essere proattivi ● Avviare processi che creano valore
● Raccogliere le sfide
● Agire e lavorare in modo indipendente per raggiungere gli obiettivi, mantenersi fedeli alle intenzioni e svolgere i compiti previsti
3.2 Pianificazione e gestione Elencare le priorità, organizzarsi e continuare ● Impostare gli obiettivi a lungo, medio e breve termine
● Definire le priorità e i piani d’azione
● Adattarsi ai cambiamenti imprevisti
3.3 Fronteggiare incertezza, ambiguità e rischio Prendere decisioni che affrontino rischi e incertezze ● Prendere decisioni quando il risultato di questa decisione è incerto, quando le informazioni disponibili sono parziali o ambigue, o quando vi è il rischio di esiti non intenzionali
● Nell’ambito del processo di creazione di valore, includere modi strutturati di sperimentazione di idee e prototipi dalle prime fasi, per ridurre i rischi di non riuscire
● Gestire situazioni in rapido movimento con prontezza e flessibilità
3.4 Lavorare con gli altri Fare squadra, collaborare e restare connessi ● Lavorare insieme e cooperare con gli altri per sviluppare idee e trasformarle in azione
● Fare rete
● Risolvere i conflitti e affrontare la concorrenza positivamente quando necessario
3.5. Imparare dall’esperienza Imparare facendo ● Utilizzare qualsiasi iniziativa per la creazione di valore come un’opportunità di apprendimento
● Imparare con gli altri, compresi i colleghi e i mentori
● Riflettere e imparare sia dal successo che dal fallimento (propri e altrui)

Il quadro sviluppa queste 15 competenze in un modello di progressione a 8 livelli, proponendo così una lista di 442 risultati di apprendimento molto utile per insegnanti, educatori, formatori.

Il modello progressivo ENTRECOMP

La call for proposals del programma COSME

Il Programma Europeo C.O.S.M.E., tramite un’intricata serie di strumenti finanziari (tra cui anche interessanti call for proposals), è pensato e implementato per le Piccole e Medie Imprese Europee.
Gli obiettivi di questo programma sono
– agevolare l’accesso ai finanziamenti delle PMI;
– sostenere l’internazionalizzazione e l’accesso ai mercati delle PMI;
– creare un ambiente favorevole alla competitività;
– incoraggiare la cultura imprenditoriale.

Nell’ambito di questo Programma (che ci piace particolarmente), è stata recentemente pubblicata una call con lo scopo di promuovere la conoscenza e l’uso di EntreComp:

https://ec.europa.eu/easme/en/cosme/cos-entrecomp-2018-3-01-support-implementation-entrepreneurship-competence-framework

Gli obiettivi

Gli obiettivi specifici della call sono:
Incoraggiare lo sviluppo a livello di sistema del sostegno per le competenze imprenditoriali, comprese ad esempio nuove strategie e iniziative politiche, l’istituzione di comunità collaborative durevoli nazionali, regionali o locali, una riforma dei curricula di alto livello, partenariati strategici tra diversi settori ecc .;
Sviluppare un insieme olistico di opportunità di apprendimento, programmi di istruzione e formazione e servizi di supporto per lo sviluppo della competenza imprenditoriale ;
Coinvolgere datori di lavoro e centri per l’impiego nel sostenere lo sviluppo e la valutazione delle competenze imprenditoriali nella ricerca di lavoro, sul posto di lavoro e durante la vita lavorativa;
Incoraggiare l’innovazione e nuovi approcci allo sviluppo delle competenze imprenditoriali in diversi contesti di apprendimento (compresi i contesti formali, non formali e informali);
Offrire risposte alla natura mutevole del mercato del lavoro e dell’istruzione e della formazione, ad esempio grazie alla tecnologia digitale, per sostenere l’innovazione e la creatività dei cittadini.
Disseminare buone pratiche e lezioni apprese fra stakeholder e decisori politici di altre regioni e paesi;
Riunire attori di vari Paesi per scambiare esperienze e buone pratiche nella costruzione di una metodologia coerente per sostenere lo sviluppo delle capacità imprenditoriali a livello nazionale e locale.

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Report EUROFOUND: le disuguaglianze generazionali a livello Europeo

Un mese fa (il 9 Febbraio 2019), EUROFOUND ha pubblicato un nuovo Report intitolato “Age and quality of life: who are the winners and losers?” (in italiano: Età e qualità della vità: chi vince e chi perde), con l’obiettivo di indagare le disuguaglianze generazionali partendo dai dati 2016 del EQLS (European Quality of Life Survey), comparandoli con quelli del 2011 per ottenere un quadro dei cambiamenti in atto.

Cos’è EUROFOUND

EUROFUND è la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.

Diretta emanazione dell’Unione Europea, nasce con l’obiettivo di mettere a disposizione le conoscenze necessarie a contribuire allo sviluppo di migliori politiche sociali, occupazionali e relative al lavoro, soprattutto a quei bricconcelli dei Governi, Istituzioni e Parti Sociali dei Paesi Membri dell’UE (tra cui il nostro).

Va da sé che quando EUROFUND pubblica un Report, i primi a leggerlo e tenerne conto dovrebbero essere proprio coloro che governano: in quanto l’Agenzia è finanziata da loro proprio per questo scopo.

Eppure, dato che i Report di EUROFOUND, in media, ai nostri politici non piacciono (in generale, come tutto ciò che è scientifico e non consente di incolpare allegramente migranti, Merkel, fantomatici “poteri forti”, ecc.), raramente ne sentirete parlare anche sui Giornali.

In particolare questo report sulle disuguaglianze generazionali, argomento tabù nel nostro Paese soprattutto nelle Istituzioni e nelle Parti Sociali, è passato pressoché inosservato.

Più facile e più conveniente, per la nostra classe politica, farsi portatrice degli interessi e delle istanze dei moltissimi vecchi retrogradi che votano, e usare bastone e carota con quei poveri, stupidi “millennials”, che da un lato sono pigri e inetti e quindi gli va concesso il reddito di cittadinanza, dall’altro però quando sono bravi “scappano” per andare a portare le loro competenze altrove, e neanche questo ci piace: dovrebbero restare a fare qualche tirocinio. A volte un lapsus fa capire molte cose (vero Giggino?).

Noi, invece, che questo Report ce lo siamo letto, intanto ve lo linkiamo. E vi raccontiamo due o tre cosette che abbiamo scoperto leggendolo.

Due o tre cosette

METODOLOGIA

La premessa metodologica: lo studio pubblicato da EUROFOUND si basa, come detto, dai sondaggi di opinione EQLS, pubblicati nel 2016, nell’ambito dei quali sono stati intervistati individui maggiorenni di tutta Europa tramite questionario strutturato, a risposta multipla.

Vengono esaminati cinque aspetti principali, e trasversali, dei gruppi d’età presi in esame:

  • le difficoltà economiche;
  • la partecipazione politica;
  • l’esclusione sociale percepita;
  • la salute mentale;
  • la soddisfazione di vita.

Le fasce d’età prese in considerazione sono state: 18-34 anni; 35-44 anni; 45-54 anni; 55-64 anni; 65-65 anni; over 70.

 Gli Stati Membri vengono anch’essi divisi per gruppi, come da figura:

L’Italia, come notate, è inserita nel gruppo “Mediterraneo“, insieme a Cipro, Grecia, Malta, Portogallo e Spagna. Tolte le fortissime peculiarità di Cipro (un Paese Membro che è politicamente diviso de facto in due Entità distinte e perciò in perenne tensione sociale), e forse Malta per ragioni di scala, le similitudini economiche, sociali e demografiche con gli altri tre Paesi membri, Grecia, Portogallo e Spagna, sembrano calzare più che bene. I quattro Paesi formano un bel gruppo di maialini (PIGS).

 MAIN FINDINGS

Il primo dato macroscopico segnalato dal Report è l’esistenza di una cortina di ferro all’interno del Continente, che divide situazioni tra di loro agli antipodi: in Europa Occidentale, le giovani generazioni hanno una qualità della vita decisamente inferiore a quella delle generazioni precedenti. In Europa Orientale è vero l’esatto opposto.

  1. Difficoltà economiche: in Europa occidentale decrescono solo dopo la mezza età, mentre tendono a crescere dopo la pensione in Europa Orientale.
  2. Esclusione Sociale: in Europa Occidentale e nel Mediterraneo, sentirsi socialmente esclusi aumenta costantemente fino alla mezza età.
  3. La partecipazione politica aumenta fino alla mezza età per poi gradualmente scedere, in tutti i Paesi dell’Unione.
  4. La salute mentale tende a crescere con l’avanzare degli anni solo negli Stati del Nord e nelle Isole, mentre decresce con l’età in tutti gli altri gruppi di Paesi, con particolare menzione per Bulgaria e Romania, dove gli anziani segnalano un rischio di depressione altissimo.

LE RACCOMANDAZIONI

Il Report segnala con molta dovizia (e i dati lo raccontano con freddezza) il problema di un Est Europa post-comunista in cui i lavoratori di ieri sono diventati i reietti di oggi, privi di prospettive e servizi, e con pensioni incongruenti con il costo della vita di un’economia capitalista. Questa conclusione (non nuova), fa il paio con l’invito ai Paesi Membri che soffrono di questi problemi a mettere in campo sistemi di supporto (welfare) per le vecchie generazioni in difficoltà oggettiva in termini economici, di salute mentale e di inclusione sociale, prendendo esempio dalle loro controparti dell’Ovest.

Quando però arriviamo all’altra disuguaglianza, quella che penalizza i giovani, e che riguarda una buona fetta degli Stati Occidentali e in particolare l’area Mediterranea, si ha onestamente l’impressione che nemmeno chi segnala il problema abbia idea di che pesci pigliare.

Nonostante nel Report si riconosca e si sottolinei a più riprese che le “older generations” abbiano goduto di condizioni di vita e di lavoro più favorevoli rispetto a quelle dei giovani, le raccomandazioni proposte sono:

  1. Un generico appello al Legislatore a tenere in considerazione l’equità generazionale nell’atto di stendere i provvedimenti di legge;
  2. La proposta di un “contratto sociale” tra le generazioni che sia bilaterale. E qui, al di là del riconoscimento implicito dello sbilanciamento evidentissimo in favore degli anziani dell’attuale contratto sociale, null’altro viene proposto;
  3. Prendere in considerazioneil problema della casa per i giovani dell’Europa Occidentale, poiché non avere i mezzi per comprare un’abitazione di proprietà contribuisce ad una peggiore qualità della vita.

Il nostro commento

Per quanto riguarda la tematica che ci sta a cuore, ovvero le disuguaglianze economiche e sociali che rendono pressoché impossibile ai giovani Italiani di guardare al futuro con fiducia, dobbiamo essere onesti: questo Report, pur fotografando la situazione, ci dice ben poco di nuovo.

Si tratta pur sempre di un Report di diretta emanazione dell’Unione. Bisogna dunque tener presente che il suo focus è, non potrebbe essere altrimenti, sui 28 Paesi e non sull’Italia. In questo contesto, l’accento forte posto sulla situazione drammatica di molti anziani in Bulgaria e Romania risulta comprensibilissimo: dal pool di dati, essa emerge con forte e preoccupante evidenza.

Avremmo però apprezzato un piccolo sforzo d’immaginazione a livello di raccomandazioni ai policy-maker: se per gli anziani qualche soluzione è proposta, non è vero il contrario, per le politiche giovanili tutto è molto, molto generico.

Come se importasse meno. O come se (e forse è proprio questo il caso), essendo l’equità generazionale argomento politico molto “divisivo” in certi Paesi (“a morte la Fornero, viva quota centoooooooo” gridano in coro giornali e politicanti nostrani) gli autori non abbiano voluto affondare il colpo.

Approfondire

In ogni caso, come ogni Report che non sia una cazzata clamorosa creata per scopi politici (vi linkiamo un caso molto recente di debuking, da parte del Professor Boldrin, della bufala pseudo-scientifica sull’Euro messa in giro ad arte), questo di EUROFOUND sulle disuguaglianze generazionali è basato su dati pubblici e aperti, che potete cioè analizzare per vostro conto, se avete voglia, disaggregati e anche su base Nazionale, qui: https://www.eurofound.europa.eu/data/european-quality-of-life-survey.

In figura vi riportiamo una schermata della piattaforma: è semplice da maneggiare (anche se un po’ lenta a caricare), perché integrata con strumenti di visualizzazione grafica ed offre una buona panoramica dei livelli e degli stili di vita (riguardanti molti argomenti specifici) percepiti dai diversi gruppi di età a livello Europeo.

Buon divertimento 😉

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Monitoraggio Codice di Condotta sull’hate speech online: cosa c’è di buono

È stato pubblicato oggi il Report sul monitoraggio del CODICE DI CONDOTTA PER LOTTARE CONTRO LE FORME ILLEGALI DI INCITAMENTO ALL’ODIO ONLINE”, promulgato dalla Commissione Europea nel 2016 e sottoscritto, tra gli altri, dai 4 “big” della comunicazione online: Facebook, Youtube, Instagram e Twitter.

Il Codice di Condotta attualmente prevede una serie di pratiche, mirate alla pronta revisione e cancellazione di contenuti incitanti all’odio all’interno delle piattaforme, sulla base delle segnalazioni degli utenti della community.

QUALCHE NUMERO

I risultati, stando al Report, sembrano incoraggianti: nell’88,9% dei casi, le Aziende Informatiche coinvolte hanno esaminato i contenuti segnalati per hate speech entro le 24 ore previste dal Codice. Facebook riporta addirittura un tasso del 92,6%.

Più basso il tasso di rimozione dei contenuti che, in questa fase di monitoraggio del Codice, sono stati segnalati da 39 Organizzazioni di 26 Paesi dell’EU (tutti eccetto Lussemburgo e Danimarca). Le Aziende hanno eliminato i contenuti nel 71,7% dei casi segnalati. Nel quarto trimestre del 2018, si registra un forte aumento della pulizia da parte di Facebook (82.4%) e di YouTube (85,4%), mentre Twitter, notoriamente il più “tollerante” dei Social, rimuove soltanto il 43,5% dei contenuti segnalati.

Tra i contenuti più segnalati a livello Europeo, non ci sorprende vedere la xenofobia al primo posto, con l’orientamento sessuale ottimo secondo e l’islamofobia sul gradino più basso del podio.

Al riguardo, ci pare, nulla di nuovo sotto il sole.

 

PERCHE’ CI PIACE

TEMPISMO C’è di buono che, adeguatamente “stimolate” dalla Commissione Europea (più col bastone che con la carota, in verità), le piattaforme social sembrano in grado di garantire quantomeno risposte tempestive alle sollecitazioni della community riguardanti il discorso d’odio.

METODOLOGIA Vi è, alla base del Codice e del suo monitoraggio, una metodologia condivisa tra le Organizzazioni che si occupano della segnalazione dei contenuti, che pone le basi per ulteriori azioni di rete.

PERCHE’ SERVE A POCO

SORVEGLIARE E PUNIRE A conti fatti, si tratta di applicare il modello del panopticon al discorso d’odio, con la fragilità che ne consegue. Se, poniamo, da domani tutti (o la stragrande maggioranza) fossimo d’accordo che un determinato gruppo etnico non ha diritto ad esistere… nessuno segnalerebbe più alcun commento che incita alla sua eliminazione.

PUNIRE SOLO IL SEMPLICIOTTO Questa strategia di contrasto al discorso d’odio si rivela, oltre che fragile, del tutto inadatta a limitare il fenomeno del discorso d’odio che si istituzionalizza, cioè del razzismo, del sessismo, della xenofobia che entrano nel palazzo del potere e da lì iniziano a emanare editti. Questo sistema punisce il sempliciotto che scrive che vuole ammazzare tutti i ne**i, ma non, facciamo un’ipotesi, un eventuale Ministro dell’Interno che pubblichi sui social continui slogan sul “difendere i confini Italiani” dai “clandestini che delinquono”.

La differenza? Le parole del sempliciotto, per quanto vomitevoli e violente, non uccidono nessuno. Quelle dell’eventuale Ministro dell’Interno… sì.

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Mobilità ERASMUS+ VIP in Polonia

Mobilità in Polonia con il programma ERASMUS+ sul tema della violenza

Si sta svolgendo dal 22 al 26 ottobre 2018 a Piotrkow Trybunalski in Polonia il workshop sulla violenza. Il progetto Violence, an important problem” è una partnership strategica per l’educazione degli adulti, coordinata dal partner polacco Fundacja Badz Aktywny in collaborazione con i partners europei Asturia vzw (Belgio), Alba Iulia (Romania) e Associazione Culturale EUTOPIA (Italia).
Diversi tipi di violenza sono  discussi nel corso del progetto: violenza domestica,contro le donne, anziani, violenza verbale, fisica, razzismo, xenofobia, violenza religiosa e spirituale, violenza a lavoro e modi per prevenirli e combatterli.
Lo scopo del progetto è sviluppare e implementare nuove soluzioni nel settore dell’educare gli adulti, specialmente quelli che si trovano ad affrontare il rischio di esclusione sociale; ampliare e sviluppare la competenza degli educatori, specialmente in termini di insegnamento efficace degli adulti con basse capacità interpersonali; nonché combattere la discriminazione, la segregazione, il razzismo, l’aggressione e la violenza; scambiare esperienze e buone pratiche in materia di prevenzione e modi di riconoscere le vittime della violenza nell’ambiente locale.
I paesi che partecipano al progetto rappresentano diverse regioni d’Europa (Polonia, Romania, Italia, Belgio). In alcuni di essi il problema più grande è la violenza contro gli immigrati, negli altri domina la violenza domestica. In tutti i paesi c’è un nuovo discorso sui problemi di odio.
Alceste Aubert partecipante italiano per EUTOPIA ai workshop e alle visite nelle istituzioni pubbliche, nelle” house of Seniors “dichiara che e’ una esperienza dove e’ possibile vedere i luoghi di cura degli anziani e delle vittime di violenza.
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito Web del progetto: www.no-violence.eu

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